Chiara d’Assisi e Onorio III tra Terra Santa e predicazione 

L’esperienza spirituale e la vita di Chiara d’Assisi non è pienamente comprensibile se viene trascurato l’ambiente nel quale visse consistente innanzitutto in Assisi e la Valle spoletana ma anche quello più ampio europeo e mediterraneo. Per questo il recente studio di Christian Grasso Governare con la parola. Papato e crociata durante il pontificato di Onorio III (1216-1227) (Istituto Storico italiano per il medio Evo, Roma 2021) è un testo certamente imprescindibile per capire Francesco d’Assisi e i frati Minori, ma altrettanto importante per conoscere la vicenda di Chiara e della comunità di San Damiano.  

Innanzitutto perché, ampliando l’idea del predecessore Innocenzo III, papa Onorio volle riformare la vita monastica femminile non solo istituendo a Roma un grande cenobio ma anche affidando al cardinale Ugolino d’Ostia la cura di nuove comunità dell’Italia centro settentrionale in cui era legato pontificio. Quest’opera interessò anche la comunità di San Damiano in Assisi la cui vita fu chiamata a “prendere forma”.  

Non meno importante fu l’influenza sulla vita prettamente spirituale dell’opera di Onorio III a favore della crociata. Ad esempio la prima testimone nel Processo di canonizzazione di Chiara d’Assisi, ossia “sora Pacifica de Guelfuccio” afferma che la madre dell’Assisiate “madonna Ortolana andò de là dal mare per cagione de orazione e devozione […] Et essa testimonia similmente per cagione de orazione andò oltra mare con lei” (FF 2898). Tommaso da Celano nella Vita di santa Chiara riprende tale informazione e scrive: “E infatti andò una volta oltremare per devozione, insieme con altri pellegrini, visitando quei luoghi che le sacre orme del Dio fatto uomo hanno consacrato, e ne tornò con gioia” (FF 3155). Anche da questa attenzione alla Terra Santa e il conseguente clima culturale e spirituale ha origine la devozione alla croce riaffermata da Francesco nel Testamento e recepita da Chiara; similmente la orazione “de le cinque piaghe del Signore” recitata a San Damiano (FF 3078; 3216).  

Come risalta dallo studio di Grasso l’opera di Onorio III fa si che la predicazione divenga un aspetto ecclesiale molto importante. Considerando ciò diventa maggiormente intelligibile quanto afferma sempre la Vita di santa Chiara, ossia che ascoltava volentieri le prediche e provvedeva che vi fossero devoti predicatori tramite cui le sorelle potessero alimentarsi della parola di Dio. Benché “non fosse una letterata, le piaceva ascoltare le predicazioni colte” (FF 3230-3231), proprio quelle volute dal papa e che nei frati Minori ebbero un esempio eclatante ed esemplare in Antonio di Padova cioè quel Fernando da Lisbona che a motivo della testimonianza evangelica pauperistica e martiriale dei cinque frati Minori uccisi in Marocco da canonico agostiniano decise di lasciare il monastero per aderire alla fraternità evangelica sorta in Assisi.