
Remo Serafini, Le Sorelle Povere di Santa Chiara del Monastero di Santa Lucia a Città della Pieve 1252 – 2006, Vol. 1, Monastero delle Clarisse di Santa Lucia, Città della Pieve 2007, pp. 480.
Remo Serafini, Le Sorelle Povere di Santa Chiara del Monastero di Santa Lucia a Città della Pieve 1252 – 2006, Vol. 2, Monastero delle Clarisse di Santa Lucia, Città della Pieve 2007, pp. 376.
Correva l’anno del Signore 1252, il 9 di agosto, quando un gruppo di religiose, di quello che era allora il Monastero di S. Lucia del Prato di Castel della Pieve, ricevettero da papa Innocenzo IV una Bolla in cui si consegnava loro la stessa Forma di Vita in uso presso il Convento di S. Damiano, ove dimorava Chiara ancora vivente.
Sono poi passati più di sette secoli e mezzo, vissuti tra alterne vicende, ora liete e solari, ora tristi e faticose. La prima “fabbrica” del monastero ha subito varie modifiche e ampliamenti e tra le antiche mura si sono succedute generazioni e generazioni di donne… Ma mai il monastero si è estinto, neppure negli anni bui della soppressione napoleonica e la comunità è giunta a vedere l’alba del secondo millennio, con una comunità giovane e fiorente.
Ma cosa si conosceva fino a poco tempo fa di questa lunga storia di fede e di preghiera? Nulla, o poco più. Questo, nei primi anni del 2000, il cruccio di don Remo Serafini, appassionato archivista della nostra Diocesi di Perugia – Città della Pieve.
Nei vent’anni spesi nell’opera di catalogazione dell’Archivio vescovile gli erano passati tra le mani documenti preziosi e inediti relativi al monastero. E non lo abbandonava il pensiero di tuffarsi ad indagare tra le carte da lui stesso preparate per una più facile consultazione, mentre già con la mente andava al resto degli altri eventuali “tesori”, ossia dei documenti diligentemente conservati dalle monache nell’Archivio del Monastero stesso.
La sana e bella curiositas di don Remo si incontrò fortuitamente, l’11 agosto 2002, anno 750° dalla fondazione del monastero, con il desiderio sia dell’Arcivescovo di Perugia – Città della Pieve, mons. Giuseppe Chiaretti, sia del Sindaco della città, sig. Claudio Fallarino, che una testimonianza tanto antica di vita e di fede non andasse perduta. Alle Monache poi non sembrò vero che qualcuno potesse accingersi ad un’opera tanto imponente di studio e di ricerca, alla quale diedero subito piena disponibilità di collaborazione.
Trovato un benefattore che avesse piacere di sostenere l’onere economico, don Remo diede inizio all’impresa che durò vari anni. Tutto il materiale che via via veniva alla luce, risultava prezioso e importante per rendere in qualche modo più comprensibile il mistero della vita che da più di sette secoli si svolgeva, fedele e silenziosa, ignota agli occhi del mondo, tra le mura del monastero: dalle biografie delle sorelle alla trascrizione delle bolle papali del XIII e XIV secolo, dalle tormentate cronache della seconda guerra mondiale agli anni luminosi della ripresa del dopo Concilio Vaticano II. Si giunse così nel 2007 a questa amplia pubblicazione: due grossi tomi, per un totale di quasi 900 pagine.
Nella sua presentazione (vedi testo completo) mons. Giuseppe Chiaretti scriveva: «[…] è una storia a fili d’erba, che messi insieme fanno un prato fiorito: è una storia di persone vive alla ricerca del Mistero che tutti sovrasta, nel silenzio contemplativo e nella preghiera, nel lavoro ripetitivo e nella fatica di convivenza di anni e anni… Una storia di virtù nascoste e di silenziose immolazioni perché il mondo abbia pace, con una vita che spesso è profusa di autentica santità, ma dove non mancano anche risvolti umani drammatici. È la storia della spiritualità che fluisce ininterrottamente da otto secoli dalla fonte inesauribile di Francesco e Chiara d’Assisi. Un mondo tutto da scoprire, oltre i luoghi comuni della “beata solitudo”!».
Interessanti anche le due presentazioni del Sindaco C. Fallarino (vedi testo) e del giornalista P. Scandaletti (vedi testo).