I martiri: da Assisi alla Cina

Nel Processo di canonizzazione di Chiara d’Assisi la testimone “sora Cecilia figliola de messere Gualtieri Caccia guerra da Spello, monacha del monasterio de Sancto Damiano” afferma che “madonna Chiara era in tanto fervore de spiritu, che voluntieri voleva sostenere el martirio per amore del Signore: et questo lo demonstrò quando, havendo inteso che a Marrochio erano state martiriçati certi frati, epsa diceva che ce voleva andare”.

Tale desiderio desta stupore, ma secoli dopo, proprio una contemplativa claustrale quale santa Teresa di Lisieux è stata proclamata la patrona delle missioni ed esattamente con la sua memoria liturgica inizia il mese missionario. Per questo la domenica 1° ottobre del giubileo del 2000 Giovanni Paolo II canonizzò fedeli di varie parti del mondo tra cui anche i martiri della Cina. Tra essi figura il vescovo Antonino Fantosati, primo frate minore umbro ad essere canonizzato dopo san Francesco.

Per l’occasione del 25° è stato pubblicato il volume della sinologa Erica Cecchetti, Antonino Fantosati, un francescano in Cina (1842-1900), prefazione di Giuseppe Buffon, Carocci, Roma 2025.

Il libro ricostruisce il ruolo e il contributo di Antonino Fantosati (Trevi, 1842-Hengzhou, 1900) durante la sua lunga esperienza missionaria nell’Impero Qing, offrendo una lettura storicamente documentata della sua vicenda personale e spirituale.

Attraverso una ricca corrispondenza con interlocutori europei e cinesi e grazie a un’approfondita ricerca condotta nei principali archivi storici che ne conservano le tracce più significative, l’autrice restituisce un ampio quadro delle dinamiche politiche, religiose e culturali che segnarono la Cina di fine Ottocento. La figura del frate francescano umbro – ucciso durante la rivolta dei Boxer – emerge come emblematica nel contesto delle relazioni globali dell’epoca, alle soglie del crollo dell’antico impero cinese. Il libro dedica, inoltre, uno spazio specifico alle strategie linguistiche adottate dal missionario nell’esercizio del suo ministero, mettendo in luce il risvolto sociale e culturale delle pratiche linguistiche impiegate dai missionari stranieri in Cina nel XIX secolo.

Un invito a prendere il largo ed aprirsi ai grandi orizzonti della verità e carità.